Finanziato dall'Unione Europea
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18/02/2023 09:58
di Stefano Rossini

E’ di poche settimane fa la notizia che l’Irlanda potrà adottare un’etichetta per il vino simile a quella delle sigarette che evidenzi, quindi, gli effetti negativi dell’assunzione di alcol.

La norma è stata notificata a giugno da Dublino a Bruxelles, che, dopo il periodo di moratoria, ha confermato che le autorità nazionali possono adottare la legge.

Il via libera dell’Europa ha alzato un polverone, soprattutto da parte di alcuni paesi membri, come l’Italia, la Francia e la Spagna che considerano questa posizione dannosa nei confronti del mercato interno.

In particolare molto critica Coldiretti che afferma che “Il giusto impegno dell’Unione per tutelare la salute dei cittadini non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate. Una scelta che rischia di alimentare paure ingiustificate nei consumatori, come dimostra un sondaggio on line sul sito www.coldiretti.it., in base al quale il 23% degli italiani smetterebbe di bere vino o ne consumerebbe di meno se in etichetta trovasse scritte allarmistiche come quelle apposte sui pacchetti di sigarette”.

Ma da dove nasce questa scelta? Da un lato per Dublino, il consumo di alcolici è un’emergenza sanitaria nazionale e giustifica etichette dedicate che specifichino la quantità di alcol in grammi – ora è in percentuale – e una serie di avvertimenti e moniti legati ai danni del consumo di alcol e al legame con alcuni tumori.

Per l’UE questa proposta rientra nel piano per battere il cancro del 2021, anche se la discussione ha creato forti tensioni all’interno dell’Europarlamento che nel febbraio del 2022 ha raggiunto un un faticoso compromesso dicendo sì a maggiori informazioni sulle bottiglie ma senza riferimenti ad avvertenze sanitarie.

In definitiva, è importante ricordare che l’Europa, in questi casi, lascia ai paesi una larga autonomia. L’esempio dell’Irlanda non è vincolante per altri paesi, anche se, come sottolineano Coldiretti e altre associazioni, può creare un precedente che altri stati potrebbero decidere di seguire.

Nell’ottica di queste polemiche, diventa ancora più significativa la partecipazione dei cittadini europei alle call del portale Di’ la tua, attraverso cui l’UE chiede ai cittadini un parere su temi specifici – tra cui sanità, viabilità, edilizia e anche agricoltura ed enogastronomia – prima di legiferare.

E’ proprio in chiusura questi giorni una iniziativa di Di’ la tua legata proprio al vino. In particolare la Commissione vuole adottare regole per l’indicazione e la denominazione degli ingredienti per il vino e adottare alcune regole sull’indicazione geografica per il settore vinicolo. Anche le etichette dovranno essere più precise nel rispetto e nella denominazione dell’origine geografica degli ingredienti, per tutelare le diverse produzioni.

Per seguire e partecipare all’iniziativa è sufficiente seguire il link: https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation/have-your-say/initiatives/13380-Indication-of-wine-ingredients-and-adaptation-of-the-rules-for-geographical-indications-in-the-wine-sector_it c’è tempo fino al 23 febbraio. E’ sufficiente registrarsi e lasciare il proprio pensiero in un commento. Al momento, tra le opinioni lasciate, ce n’è solo una di un cittadino italiano. Davvero un risultato povero, data l’importanza del vino nella cultura e nell’economia del nostro paese. Rischiamo di avere poca voce in capitolo su un settore su cui invece abbiamo tanto da dire e da far valere.