Nella giornata di mercoledì 28 dicembre due tartarughe ricoverate presso il Centro di Recupero Tartarughe Marine gestito da Fondazione Cetacea a Riccione sono state rilasciate al largo di Rimini.
Le due tartarughe, Esmeralda ed Esperanza, sono state catturate accidentalmente in reti a strascico il 6 dicembre scorso a largo di Cesenatico da due motopescherecci durante le attività di pesca, ma dopo i consueti accertamenti veterinari si gli operatori del centro hanno predisposto di rilasciarle prima che la temperatura dell’acqua al largo delle nostre coste diventi troppo fredda mettendone a repentaglio le condizioni di salute.
L’operazione è stata portata avanti con il supporto tecnico del Club Nautico di Rimini.
“Questi due grossi esemplari di femmina di Caretta caretta – dichiarano dal centro di recupero tartarughe marine – sono stati dotati di trasmettitori satellitari, per poter seguire e studiare le loro rotte migratorie nel tempo. I due satellitari sono stati finanziati dal progetto Life Medturtles, un progetto europeo che include azioni collettive per migliorare lo stato di conservazione delle popolazioni di tartarughe marine dell’UE e nelle zone confinanti”.
Grazie a questo progetto Fondazione Cetacea sta portando avanti campagne di dimostrazione di strumenti da pesca che evitano la cattura accidentale di questa specie protetta (come il TED, Turtle Excluder Device), che se adottati stabilmente dai pescatori professionali ridurrebbero notevolmente l’impatto negativo e spesso mortale di queste attività sulle tartarughe, fino quasi ad azzerarlo.
“Lo stesso procedimento di applicazione dei satellitari era stato fatto con altre due tartarughe del centro, Alba e Anastasia – continuano gli operatori – che sono state liberate a fine novembre e che ora sappiamo essere rispettivamente in Croazia e in Grecia. Un’altra quindicina di dispositivi saranno applicati sulle prossime pazienti che lasceranno il Centro e per chiunque ha scelto o sceglierà di supportare le attività di cura e riabilitazione dell’Ospedale per tartarughe di Riccione attraverso un’adozione a distanza, oltre poter visitare le tartarughe adottate durante il periodo di ricovero, sarà possibile essere aggiornati periodicamente sulle migrazioni che esse compiono in Mediterraneo una volta tornate in libertà”.
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