E’ andata in scena lungo il porto canale di Rimini la protesta simbolica di tutte le organizzazioni della pesca contro le politiche UE che prevedono una riduzione delle aree di pesca e destinate all’attività a strascico. Una manifestazione che ha unito le marinerie di tutta Europa
La protesta dei pescatori: le politiche UE mettono in ginocchio il comparto
Le sirene dei pescherecci della marineria di Rimini, insieme alle altre d’Italia e d’Europa, alle 11.30 hanno suonato all’unisono per protestare contro i nuovi provvedimenti voluti dall’UE che, se approvati, secondo le organizzazioni di settore affosserebbero il comparto e in particolare l’attività delle imbarcazioni che portano avanti la pesca a strascico. Un centinaio in Emilia Romagna, una cinquantina solo nella marineria riminese. Il commissario Ue all’ambiente e alla pesca Sinkevicius propone infatti la chiusura di 87 zone di pesca e il divieto di utilizzo delle reti a strascico. Prevista anche la restrizione delle aree di pesca con tagli fino al 30% di quelle attuali e con scadenze ravvicinate nel 2024, 2027 e 2030. Il provvedimento, che sarà discusso l’11 maggio in sessione plenaria, secondo i pescatori metterebbe in ginocchio anche tutta la filiera compresi ristoranti e mercati che si troverebbero senza il pescato fresco del territorio.
Si tratta di una mobilitazione che riguarda tutta l’Unione Europea con l’hashtag #SOS_EU_Fishing, per la giornata dell’Europea che si celebra il 9 maggio.
“Sono quasi tremila i pescherecci italiani che saranno ‘affondati’ dalle nuove linee europee che prevedono la scomparsa della pesca a strascico, il settore più produttivo della marineria nazionale, con un impatto devastante sull’economia sull’occupazione e sui consumi” spiega Nicola Bertinelli, Presidente di Coldiretti Emilia Romagna.